A volte capita. Capita di riuscire a strappare qualche talento ad altre società. Più raramente ad altri sport. Ma riuscire a strappare un “prospetto” o meglio ancora un “progetto” agli extraterrestri dell’NBA, è certo motivo divanto.
Umberto Cena, gigante di oltre 2 metri, nato a Ciriè 01/11/1995 è un predestinato.
Cleveland, Boston e Toronto (franchigie di primo livello, mica nobili decadute) erano sulle tracce del posto 3 ciricense, per farlo divenire un “3” cestistico di struttura e centimetri. E invece eccolo nel campo 9×9 del volley, una rete in mezzo a dividerlo dagli avversari e l’obiettivo di fare un grande salto di qualità nel volley.
Finalmente nel roster della serie B, dopo qualche anno di settore giovanile e seconda squadra oltre a diverse apparizioni – per lo più in allenamento – con la squadra senior, a comporre una batteria di centrali a cui di certo non mancheranno i centimetri.
– Umberto, parlaci di te…
Studio ingegneria dell’autoveicolo al Politecnico di Torino, sono al terzo anno e in prossimità della laurea. Ho iniziato a giocare 4 anni fa, a 18 anni, in PVL, “gentilmente obbligato” da Simona Porchietto (madre di Ricky Arnaud), che ha visto delle potenzialità. Da allora ho sempre giocato in PVL, un percorso breve ma intenso.
– Chi ti ha forgiato? Chi è il tuo Phil Jackson?
Iniziando “da zero”, ho avuto la fortuna di incontrare subito allenatori bravisimi come Melato, Specchia e Antonelli a cui devo molto e che hanno avuto il difficile compito di “recuperare” il tempo perduto…
– …fino all’arrivo in prima squadra
Sono entusiasta di aver finalmente l’opportunità di misurarmi con questa categoria; molti giocatori della squadra li conosco da anni come Ricky (Arnaud) e Davide (Cocchia), altri meno, ma l’impressione è che saremo un bel gruppo con la possibilità di fare bene l’anno prossimo.
– E’ vero che il tuo colpo forte è … il tiro da 3?
Diciamo che amo uscire alla distanza, anche perché, come diceva quel tale, “visto da vicino nessuno è normale”